di Salvo Barbagallo
La “consuetudine” della cronaca è spietata: mettendo in “primo piano” gli avvenimenti che si ritengono più importanti, relega nel dimenticatoio questioni che magari fino a qualche ora prima erano ritenute vitali. L’informazione è oggi un “bene” primario per conoscere non solo cosa accade nel mondo ma, soprattutto, cosa accade in casa propria.
Dopo le fibrillazioni emotive per gli attentati jihadisti in tanti punti nevralgici d’Europa, del terrorismo non si parla da tempo, come se (alla fine) l’Isis fosse stato sconfitto o, comunque, reso innocuo. Al di là del Mediterraneo, però e purtroppo, le stragi continuano ad accadere anche se in Italia non fanno “notizia” e, quindi, non hanno il dovuto rilievo sui mass media.
Dopo i protocolli che il premier italiano Paolo Gentiloni ha sottoscritto con il premier del Governo di Fayez al Serraj, riconosciuto dall’Onu, di ciò che si vive in Libia ben poco si è a conoscenza, se non sporadici flash che indicano come in quel Paese la pace sia lontana e le lotte interne non si placano, ma i conflitti proseguono con uccisioni perpetrate dalle “bande” armate che spadroneggiano sul territorio. I migranti che giungono in Libia per essere “trasferiti” in Italia (nei porti siciliani, cioè) non vengono ostacolati, nessuna prevenzione è posta (praticamente) in atto per impedire il loro imbarco sui natanti fatiscenti, favorendo in tal modo (direttamente o indirettamente) il traffico di esseri umani.
Il flusso di chi fugge in cerca di una patria migliore di quella originaria, non si è mai interrotto, da settimane e settimane non si hanno, però, notizie sia dei soccorsi effettuati in mare, né degli sbarchi nei porti della Sicilia, né dell’accoglienza loro prestata, né (quantomeno) del loro effettivo controllo e del loro ricollocamento nei Centri creati ad hoc. Il problema, se non ignorato, appare come se fosse stato risolto, e come se fossero inesistenti le crisi che provocano la permanenza nel territorio nazionale dei profughi.
Gli scandali
Durano (forse) l’arco di una giornata le informazioni sugli scandali legati all’accoglienza dei migranti in Italia: questa “tipologia” di scandali viene sommersa dalla complessità delle vicende degne di nota che costellano la quotidianità della vita degli Italiani. Il termine “scandalo”, in realtà, potrebbe essere considerato “insignificante” in quanto gli stessi protagonisti poco rilievo danno alle accuse loro rivolte. Come dire, è tutto nella normale routine, non c’è nulla (o poco) di rilevante che possa mutare lo stato delle cose.
Le emergenze?
A tirare le somme, è come se in Italia non ci fossero emergenze. Se la disoccupazione (per esempio) non viene considerata una “emergenza” per la quale occorrono soluzioni “urgenti”; se la povertà crescente non preoccupa più di tanto; se gli stupefacenti stanno sconvolgendo intere generazioni, se, se, se e tante e tanti altri argomenti venissero se non ignorati, sottovalutati certamente, allora quale futuro può essere presentato alla collettività nazionale?
La politica
La politica ha dato una immagine esemplare con i fatti che si sono verificati (e non sono ancora conclusi) all’interno del PDIsis, il partito che esprime l’attuale Governo del Paese. Alla guida c’è sempre il Matteo Renzi tanto fallimentare nelle sue azioni, tanto osteggiato, ma sempre “vincente”. Forse una chiave di lettura del successo dell’ex premier ed ex segretario Dem, sta proprio nella sua ultima trasferta negli USA: forse le risposte a tante domande si dovrebbero cercare Oltre Oceano. Ma queste “ragioni” forse ai mass media (nazionali e internazionali) non interessano. Forse non fanno… “notizia”.
Ecco perché sono tante e tante le “cose” che non ci diciamo… Forse perché preferiamo “non” sapere e adottiamo la tecnica dello struzzo?…